Brevi Istruzioni per parlare di guerra e di pace
Uno dei primi segnali con cui i bambini esprimono preoccupazione per ciò che accade intorno a loro è, in genere, rappresentata dalle domande che ci pongono, che sono un modo per esplicitare le emozioni che stanno provando. È importante quindi che siano loro a tirare fuori il discorso e noi grandi dobbiamo essere preparati a fornire le risposte che cercano: ciò che conta è che la loro richiesta di aiuto venga recepita ed elaborata da noi che abbiamo il compito di fungere anche da filtro nei confronti dell’enorme quantità di informazioni che ci arriva ogni giorno. È sconsigliabile eludere le domande sui conflitti o negare la questione perché verrebbe vissuto come una mancanza di rispetto e un tentativo di sminuire le loro paure. Al contrario, è importante ritagliarsi un momento della giornata tranquillo per affrontare la questione, senza essere impegnati in altre attività, e facendo attenzione a come e a cosa stiamo comunicando».
Ciò che conta è offrire giusta rassicurazione per aiutar a superare la paura della guerra: ad esempio, cercando di far passare il messaggio che la guerra “è lontana”
Il fatto che la guerra sia lontana non vuol però dire che sia un fatto che non li riguarda: è bene che i bambini sappiano, ma riescano a mantenere la giusta distanza.
Parlare di tematiche così delicate non è di certo semplice, tuttavia è importante, perché anche i bambini e i giovani vi si confrontano inevitabilmente. Scoprite come i genitori possono parlare ai bambini della guerra e spiegare cos’è in un modo che sia adatto a loro.
9 SUGGERIMENTI per dialogare con bambini e ragazzi, sostenerli e offrire loro consolazione
1. Provate a capire cosa già sa il bambino e come si sente
Scegliete un momento della giornata in cui approcciare con naturalezza gli avvenimenti attuali, ad esempio durante un pasto. Prima di parlare del conflitto, chiedete al bambino cosa già sa e come si sente. Alcuni bambini sono poco informati e non provano interesse nel parlarne – è d’obbligo rispettare la loro inclinazione. Altri, magari, sono preoccupati ma non lo dimostrano. Con i bambini più piccoli può essere d’aiuto disegnare o giocare per poi agganciare una discussione al riguardo.
Ci sono strade diverse per veicolare le notizie ai bambini. Per questo è importante capire cosa abbia visto o sentito il bambino. Cogliete l’occasione per tranquillizzare il piccolo e smentite le informazioni false che magari può aver trovato su Internet o sentito dagli amici.
2. Prendete sul serio i sentimenti del bambino
Non tutti i bambini reagiscono bene a questo flusso continuo di immagini e titoloni inquietanti. I più piccoli, ad esempio, potrebbero non essere in grado di distinguere tra le immagini che vedono allo schermo e la loro vita reale, credendo, quindi, di trovarsi in una situazione di pericolo immediato. I più grandicelli potrebbero aver letto qualche articolo inquietante sui social media e temere un'escalation dei combattimenti.
È importante non minimizzare le preoccupazioni del bambino. Rassicuratelo, dicendogli che i sentimenti che sta provando sono del tutto naturali. Dimostrategli che siete in suo ascolto prestandogli la massima attenzione e rassicuratelo del fatto che può parlare con voi in ogni momento.
3. Portate avanti una conversazione tranquilla, adatta alla sua età
I bambini hanno il diritto di sapere ciò che accade nel mondo. Al contempo, gli adulti hanno la responsabilità di proteggerli dai pericoli. Quando parlate, utilizzate un linguaggio adatto alla sua età e osservate sempre le sue reazioni.
Naturalmente può capitare che la situazione mondiale preoccupi anche voi, è del tutto normale. Ad ogni modo, non dimenticate mai che i bambini sono estremamente sensibili. Cercate quindi di parlare con calma e di prestare attenzione al linguaggio del corpo.
Rassicurate il bambino del fatto che è al sicuro da ogni pericolo e che tutto il mondo sta lavorando per mettere fine al conflitto e proclamare la pace.
4. È lecito non avere una risposta pronta per tutto
Può capitare di non avere la risposta pronta a una domanda. E va bene così. Confidategli che controllerete e farete ulteriori ricerche. Quando i bambini sono grandi potete anche cercare le risposte insieme a loro.
Leggete i siti web delle reti d’informazione serie oppure di organizzazioni internazionali come UNICEF o ONU. Spiegate al bambino che alcune informazioni che circolano su Internet sono false e quanto è importante scegliere fonti affidabili.
5. Evitate di generalizzare
Purtroppo, i conflitti generano spesso odio nei confronti degli stranieri, che si tratti di un popolo o di una nazione. Quando parlate con un bambino, evitate di fare commenti generali su gruppi della popolazione o su alcune nazionalità. Cogliete, invece, l’occasione per risvegliare un sentimento di compassione, ad esempio nei confronti delle famiglie che devono fuggire dalla propria terra.
Anche se un conflitto avviene a grande distanza da noi, può essere causa di atti discriminatori nei confronti del vicino di casa. Se avete il sospetto che un bambino venga preso di mira o bullizzatto a scuola, incoraggiatelo a confidarsi con voi o con un adulto di sua fiducia.
6. Valorizzate le storie positive
Per i bambini è importante capire che le persone si aiutano a vicenda grazie a gesti coraggiosi e cordiali. Cercate delle notizie positive, ad esempio quelle di persone che prestano soccorso ai bisognosi o di giovani che rivendicano la pace.
Chiedete a bambini se vogliono prendere parte a una manifestazione per la pace. Potrebbero dipingere un cartellone o scrivere una poesia per la pace. Potreste anche partecipare insieme a loro a un’iniziativa di donazione locale, meglio se a favore di un’organizzazione umanitaria riconosciuta, che sa come impiegare efficacemente le donazioni.
Spesso la sensazione di fare qualcosa – per quanto piccola – può dare un grande sollievo.
7. Concludete la conversazione con cautela
Quando la conversazione si avvicina alla fine, dovreste osservare lo stato d’animo del bambino. Cercate di valutare il suo livello di paura, ad esempio concentrandovi sul linguaggio del corpo o sul respiro. Valutate anche se il bambino usa la sua abituale inflessione nel parlare.
Ricordategli che può venire da voi in ogni momento, se è preoccupato, se ha domande o semplicemente se vuole parlare.
8. Accertatevi che il bambino si senta bene
Per tutto il tempo del conflitto, dovreste sempre prestare attenzione allo stato di benessere del bambino. Si sente bene? Ci sono nuove domande o cose di cui desidera parlare con voi?
Se il bambino sembra preoccupato per gli eventi, prestate attenzione ai cambiamenti del suo stato d’animo o nel comportamento, ad esempio mal di pancia, mal di testa, incubi o disturbi del sonno. Possono anche comparire tristezza o rabbia. Molte di queste reazioni sono risposte normali a una situazione stressante e, solitamente, sono solo di breve durata. Tuttavia, se persistono per un periodo prolungato, il bambino potrebbe aver bisogno di un aiuto specializzato.
9. Prendetevi cura anche di voi stessi
Per aiutare al meglio i bambini, occorre che ci prendiamo cura di noi stessi. Se avvertite paura o tensione a causa della situazione globale, rivolgetevi agli altri membri della famiglia, agli amici o a una persona di fiducia.
Prestate attenzione al modo in cui consultate le notizie: cercate di stabilire dei momenti durante la giornata in cui vi informate sugli ultimi eventi, anziché navigare costantemente online. Prendetevi infine del tempo per fare le cose che vi aiutano a rilassarvi e a recuperare energie.
https://www.unicef.ch/it/lunicef/attualita/blog/2022-03-03/come-parlare-ai-bambini-di-guerra