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La voce degli educatori

La storia di Maria: sono cresciuta all'Asilo Mariuccia.

Intervista a cura di Roberto Marlavicino, Educatore Fondazione Asilo Mariuccia (Porto Valtravaglia)

Ciao Maria* ci racconti quando e perché sei arrivata all’Asilo Mariuccia?

Avevo poco più di 9 anni, una bambina. I miei genitori avevano problemi di tossicodipendenza, per me e mia sorella non c’erano molte alternative, inizialmente un’assistente sociale veniva a casa nostra, ci aiutava a fare i compiti, a giocare, poi dopo circa un anno siamo entrate entrambe all’Asilo Mariuccia.

Ricordi quale è stata la prima sensazione?

La prima impressione è stata assolutamente positiva, forse l’incoscienza dell’età o il fatto che il mio ingresso è avvenuto in estate, ma quel posto a me sembrava una colonia estiva. C’erano tanti bambini e ragazzi, maschi e femmine, gli educatori erano sempre presenti, facevamo mille attività, mi sentivo a mio agio, faccio persino fatica a ricordare i rimproveri. C’è da dire anche che non è stato un ingresso traumatico, ci hanno accompagnato i nostri genitori in treno, ricordo che erano venuti poi gli educatori a prenderci in stazione. Ecco forse l’unica nota stonata era la lontananza da mia madre ma ogni quindici giorni andavo a trovarla e così poi tornavo nel mio “college” con il cuore più leggero.

Qualche momento difficile?

In assoluto la separazione da mia sorella. Lei ha qualche anno in più di me, fino ad allora eravamo state sempre insieme, era la mia migliore amica. Ma la vita di Comunità ha le sue regole e così, dopo qualche tempo, lei era stata spostata nel gruppo degli adolescenti. Era difficile, mi mancava e cosa ancor più dura da accettare lei si era fatta nuove amiche, trascurandomi. A ripensarci oggi è stato giusto così ma in quel momento soltanto l’aiuto di una psicologa mi aveva aiutato a gestire la distanza.

E ricordi felici?

Tanti, davvero tanti. Dalle cose più semplici come le vacanze, ne ricordo in particolare una in montagna dove per la prima volta in vita mia ho sciato, a quelle più intime, come i Natali passati con la famiglia di un educatore a cui sono tuttora molto affezionata. Lui e sua moglie sono stati dei secondi genitori per me, gli sarò per sempre grata. E poi come dimenticare le aiuto casa, sempre pronte a dare un consiglio, ad insegnare. Grazie a loro ho imparato a cucinare, a stirare e non solo, se non le avessi conosciute sarei diventata indipendente molto più tardi.

Poi arriva il momento dell’uscita

E’ stato un trauma, avevo passato più di 8 anni all’Asilo Mariuccia e l’uscita non è stata come me la immaginavo. Ho sempre avuto un carattere non facile, ero molto reattiva, una litigata con un giudice mi è costata la permanenza. Non ero pronta, i primi anni fuori, nel mondo reale sono stati faticosi, ho dovuto rimboccarmi le maniche, trovare un lavoro e piano piano conquistarmi la mia indipendenza. A distanza di anni però devo ammettere che senza l’Asilo Mariuccia non sarei diventata la donna che sono. Mi hanno dato gli strumenti per elaborare il mio passato famigliare ed avere la forza di non commettere gli stessi errori. Con alcuni educatori conservo un legame.

* Maria è un nome inventato. Per proteggere le persone che ospitiamo, non possiamo rivelare i loro veri nomi.