Seleziona il metodo di pagamento
Informazioni personali

Informazioni carta di credito
Questo è un pagamento sicuro crittografato SSL.

Termini

Totale della donazione: €10,00

Seleziona il metodo di pagamento
Informazioni personali

Informazioni carta di credito
Questo è un pagamento sicuro crittografato SSL.

Termini

Totale della donazione: €10,00

La voce degli educatori

Accoglienza e dimissioni: il dopo comunità

Di Rosanna Giordanelli, Responsabile Area Servizi Socio-Educativi (Milano - Fondazione Asilo Mariuccia)

"Accogliere per dimettere", potrebbe sembrare un paradosso, ma non lo è. L’esperienza delle nostre comunità e degli alloggi per l'autonomia ha portato a maturare il principio secondo il quale, fin dal primo giorno di accoglienza o addirittura ancor prima, durante la fase di iniziale progettazione dell’ingresso nei nostri servizi delle mamme e dei loro bambini, è necessario provare ad ipotizzare il momento della loro uscita. Il tema del Tempo e del Dopo di Noi deve, infatti, fare da sfondo all’intero percorso di accoglienza e rappresentare l’obiettivo da perseguire, non solo per l’équipe educativa, ma per la mamma accolta, accompagnandola a riorganizzare la propria vita in vista della futura autonomia.

La Cura come stile educativo di approccio alle persone e alle relazioni, la promozione di tempi regolari e prevedibili, garantendo ritmi e riti che promuovano un ambiente sicuro e riparativo per bambini e mamme, non possono prescindere dall’attenzione alla Temporaneità del collocamento. La permanenza nella comunità mamma-bambino, rappresenta un periodo di legami, supporti e opportunità, finalizzato all’uscita dalla comunità stessa. Tutti i progetti, infatti, per essere efficaci devono essere realizzati in un tempo accettabile per i bambini, e i loro bisogni evolutivi, e per le loro mamme. Si potrebbe correre il rischio di cadere nell’ingenuità di pensare l’accoglienza nei nostri Servizi solo nei suoi aspetti protettivi e supportivi, senza cogliere la complessità che porta con sé. Ma chi ben conosce il contesto comunitario, non può sottovalutare la fatica che rappresenta per i nostri accolti la convivenza, spesso forzata, in luoghi estranei.

Negli anni, abbiamo fatto della convivialità e dell’accoglienza pensata il nostro carattere distintivo, cercando di trasformare la casa di tutti in casa di ognuno. Ma proprio perché professionalmente consapevoli delle emozioni che si muovono nelle persone di cui ci occupiamo, sappiamo bene di dover lavorare con la consapevolezza che i progetti non durino neppure un giorno in più del necessario. Obiettivo ambizioso, naturalmente, ma non per questo non perseguibile. Accogliere per dimettere significa accompagnare alle dimissioni fin dall’inserimento, lavorando affinché l’ospite viva la promozione dell’autonomia non come espulsiva ma al contrario come un riconoscimento di competenze. Quando i tempi delle Istituzioni non coincidono con i tempi delle Persone, assume carattere di urgenza studiare interventi alternativi alla comunità che rischia di diventare luogo di depotenziamento delle risorse personali e di cronicizzazione di adulti e minori, se prolungato per un tempo che rischia di non avere più un significato, uno scopo, una leggibilità.